Visto che molto spesso escono farine “nuove”, ma che guardando l’etichetta nuove non sono, proviamo a vedere se per caso testandole con la stessa ricetta, alla prova dei fatti risultano diverse nella resa.
Intanto vi mostro le etichette:
Stessi ingredienti precisi.
Vediamo se cambia qualcosa nella prova comparata.
Questa la ricetta eseguita, identica per tutte e tre:
- 250 g di farina
- 250 g di acqua
- 3 g di lievito di birra secco
- 20 g di olio
- 4 g di sale
Dentro una ciotolina versate l’acqua tiepida di rubinetto, il lievito di birra e l’olio.
Aggiungete la farina e iniziate a mescolare con una forchetta.
Appena sentite che comincia a fare “resistenza” unite il sale e continuate a mescolare.
Se la forchetta non basta più, utilizzate per lavorare una spatola di silicone.
Tappate la ciotola e fate lievitare due orette circa.
Intanto, quando manca circa mezz’ora alla fine della lievitazione, accendete il forno a 220° con la refrattaria dentro.
Trascorso il tempo, infarinate molto bene un foglio di carta forno (con farina di riso e mais o riso e teff) ribaltate sopra l’impasto (che è morbido, ma non scapperà da tutti i lati) e senza lavorarlo né toccarlo con le mani dividetelo in due con una spatola.
Distanziate le due parti e rigiratele, in modo che siano infarinate sia sopra che sotto.
Aspettate ancora 10 minuti e poi infornatele.
Mi raccomando il forno deve essere bollente!
Cuocere a 220° per 5 minuti e proseguire a 200° per circa 25 – 30 minuti.
Sfornatele e fatele raffreddare su una gratella.
Questo il pane Farmo
Questo il pane Koilia
Questo il pane Granozero
Premesso che da quando la Farmo Fibrepan ha introdotto nella formulazione l’amido di frumento deglutinato ha fatto un salto di qualità nella resa, queste tre farine sono praticamente identiche:
1) odore è quello Farmo
2) resa in lievitazione identica: lievitano tutte e tre negli stessi tempi
3) impressione alla lavorazione uguale: appena si aggiunge l’acqua sembra liquida, mescolando la assorbe bene.
4) colorazione in cottura identica: il pane che vedete non è spennellato
5) sapore uguale anche quello: tende al dolce con la punta di retrogusto tipica Farmo
6) l’alveolatura vi appare leggermente diversa: questo perché il pane non è stato cotto nello stesso momento. Prima quello Farmo, mentre gli altri hanno riposato in frigorifero nell’attesa. L’ultimo andato in cottura è stato quello Granozero e si vede con l’alveolo leggermente più sviluppato.
Inoltre non avevo realizzato pezzature uguali: con la Farmo due pani, con le altre quattro panini e anche le dimensioni influiscono in fase di cottura, sullo sviluppo del pane;
7) leggermente gommosi il giorno dopo, ma che si mantengono benissimo, perfettamente morbidi.
Tutto questo per dire:
1) leggere sempre le etichette;
2) si potrebbe scoprire, leggendole, che esistono molte farine “uguali” in canali di vendita diversi con costi diversi (molte più convenienti) pur essendo la “medesima” farina;
3) ci facilitiamo la vita in termini di reperibilità di quel prodotto.
Farò la stessa cosa con la farina Conad per pane senza glutine e aggiungerò il risultato qui.
Un abbraccio!
Olga
Cara Olga, visto il tuo studio potevo evitarmi di fare il secondo tentativo oggi. C’è come tu già sai la marca Royaline prodotta in Sicilia con gli stessi ingredienti. Sarà una nuova clonazione della Farmo? Io ho provato la stessa ricetta è il pane non mi è sembrato esattamente identico, però la prova va fatta come hai fatto tu, è non in due case e due forni differenti come ho fatto io… Riproverò in contemporanea e ti aggiorno. Grazie sempre, ti abbraccio
Grazie a te Rosa Maria 🙂 fammi sapere cosa esce riprovando
Appena messo a lievitare con mix koilia 😀
Speriamo in un ottimo risultato come il tuo!! 😉
😯 😉 Ho una domandina
La koilia é a base di amido di frumento deglutinato.. L ho sempre idratato a250g d acqua. Ma… Leggendo un tuo post Felix dici che si potrebbe scendere a 150/170g
….sarebbe allora meglio??
No Giada la Koilia per quanto abbia amido deglutinato assorbe non poco per cui la quantità che usi tu è giusta