Il dolce per antonomasia della mia infanzia, l’unico vero profiterole che io abbia mai conosciuto e riconosciuto, tanto è vero che la prima volta che lo mangiai fuori dalla mia città non mi piacque e non mi piace a tutt’oggi.
Sarà perché ciò che ami da bambina ti rimane scritto nella memoria e nel cuore, sarà perché la pasticceria messinese è una pasticceria d’eccellenza, molto raffinata nelle consistenze e nei sapori, e poi sarà perché adoro pazzamente la panna. Fatto sta che ogni compleanno mi festeggio così: lo mangio una volta l’anno, me lo preparo con cura come piace a me e naturalmente senza glutine 🙂
Tendenzialmente per le dosi di panna e crema alla nocciola vado a occhiometro (anche perché ognuno ha le sue dosi), ma cercherò di darVi delle indicazioni di massima. È un dolce facile da preparare, l’unica difficoltà può essere la preparazione dei bignè, che come ormai dovreste sapere io preparo sempre con una miscela naturalmente senza glutine fatta da me senza addensanti di alcun tipo, mai ne utilizzo una già pronta, per risparmiarmi i bignè di gomma 😉
Questo in primo piano non ha la copertura di zucchero a velo che va aggiunto solo prima di servirlo. I bignè vanno disposti sempre in modo “collinare” e non a piramide.
©Bianco e Nero Messinese©
per circa 5 – 6 persone (ma considerate che di questo dolce si rischia di fare anche tris)
- tra i 20 e i 25 bignè senza glutine di grandezza medio piccola che io realizzo sempre con la ricetta che trovate QUI (cliccate e vi si apre la ricetta)
- 800 g circa di panna da montare
- 1 vasetto di crema alla nocciola (sceglietela a Vostro gusto, a me piace quella fondente, l’importante è che riporti scritto in etichetta il claim “senza glutine”)
- 150 g circa di zucchero a velo (anche questo con il claim senza glutine)
- una tavoletta di cioccolato fondente da cui ricavare i riccioli di cioccolata per decorare il dolce (riccioli che io non riesco mai a fare bene, per cui mi vengono di consistenza finissima).
Preparazione:
1) realizzate i bignè e potete prepararli anche il giorno prima
Vengono sempre buonissimi, sono quasi 20 anni che li faccio senza glutine e non ho mai usato un mix pronto salvo una volta per sbaglio con conseguente pentimento.
2) montate la panna, circa 500 ml aggiungendo 100 g di zucchero a velo. Con l’aiuto di una siringa per dolci riempite i bignè con la panna appena preparata, praticando un forellino alla base (non esiste il bignè farcito tagliandolo in due).
3) a questo punto può darsi che vi avanzi della panna montata, montatene altri 300 g aggiungendo un pochino di zucchero a velo (altri 50 g) ed incorporate questa panna montata al vasetto di crema alla nocciola. Molto delicatamente evitando di smontare bruscamente la panna (un po’ come si uniscono gli albumi montati a neve)
4) adesso arriva il bello: immergete i bignè (uno ad uno) nella crema che sarà molto densa e fate che siano ben ricoperti. Sistemateli dentro un piatto da portata, formando mano mano una sorta di collinetta.
5) grattugiate il cioccolato fondente in modo da ricavarne delle scaglie (più saranno grandi e più bello sarà il bianco e nero) e cospargete tutto il dolce.
6) mettetelo subito in frigorifero. Tiratelo fuori almeno tre quarti d’ora prima di servirlo, in modo che la crema torni bella cremosa e spolverizzate di zucchero a velo
e poi servitelo: Qui ne vanno pazzi i miei ospiti (tra l’altro tutti glutinosi, io sono l’unica celiaca) ed è un dolce a grande richiesta
Questa la porzione da foto…
e questo il bis o forse il tris
Vi abbraccio!
Spero di riuscire a pubblicare a breve anche il dolce che preparo di solito per il compleanno del marito, anche quello a grande richiesta a casa mia: “la torta della nonna” tutta sempre realizzata con mix naturalmente senza glutine 🙂
Olga
Grazie di cuore come sempre per le tue fantastiche ricette 🥰 Da messinese comprendo esattamente le tue parole e la bontà di questo dolce, classico dolce del pranzo della domenica che fa felici tutti, adesso anche noi celiaci 😉
Un grande abbraccio 😘 e grazie per queste ricette messinesi ❤️
Grazie a te Starlina 😘, se ci risiedi, abbracciami Messina, non scendo da agosto dell’anno scorso